Diventato luogo di transito in seguito all’apertura del ponte di Tuna sul Trebbia, il paese ha vissuto di conseguenza un notevole sviluppo edilizio che lo ha sempre più avvicinato alla città. Originariamente terra dei benedettini di S. Savino e dei monaci della Cattedrale, ricca di rivi e mulini, di cui restano ancora oggi evidenti testimonianze, dopo il Mille fu testimone di lotte fra nobili e popolani. Verso la fine del XII secolo fu eretto il Castello che visse, nei secoli seguenti, numerose battaglie e che, ciò nonostante, mantiene ancora oggi un ottimo stato di forma. La Chiesa parrocchiale di S. Quintino è stata invece costruita nel nostro secolo. Anche le località di Baselica e Bonche custodiscono interessanti fortilizi. Situato sulla destra del fiume, Gossolengo conta tre frazioni: Caratta, Quarto e Settima. Nel territorio sono stati rinvenuti oggetti antichissimi risalenti sino al Paleolitico e il reperto più importante è rappresentato dal famoso Fegato etrusco rinvenuto nel 1877 a Ciavernasco e databile al II sec. a.C.. Utile allora agli aruspici per interpretare i segni del cielo, il prezioso oggetto è attualmente conservato nel Museo Civico di Piacenza. Evidenti resti dimostrano ancora oggi le ripartizioni della terra e i toponimi, anche se le testimonianze documentate risalgono al IX secolo quando si cita Gossolengo nelle carte del Monastero di Bobbio. Il territorio fu secondo tali documenti costantemente legato ai conventi di Piacenza o alla Cattedrale, il cui Capitolo nel 1254 è definito padrone del territorio. Intorno alla metà del XVII secolo passò nelle mani del monastero di S. Sisto.
|