Bettola
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Che il territorio bettolese fosse colonizzato sin dall'epoca romana è provato dal ritrovamento dei resti di una fornace per laterizi alle pendici del monte Zucchero, sul versante sinistro della valle. Attorno all'anno Mille il monastero piacentino di San Savino possedeva diverse terre e fortezze nella zona, tra cui quella scomparsa di Calenzano, in Valperino, e quella tuttora esistente, anche se in rovina, di Castelnardo. Successivamente, verso la metà del sec. XIV, la media Val Nure entrò nella sfera di influenza dei Visconti di Milano, che ridimensionarono le mire dei Nicelli e dei Landi di Val Ceno. L'abitato di Bettola si sviluppò a partire dalla metà del Quattrocento come luogo di sosta sulle rotte commerciali tra Piacenza e Genova. Il toponimo del resto testimonia queste vicende storiche: il termine "bettola", anche nell'italiano moderno, indica l'osteria, ed in questo caso l'osteria era il luogo di sosta ed il posto tappa per coloro che salivano o scendevano lungo la vallata. Per la sua strategica posizione di connessione tra la montagna e la pianura la zona di Bettola era infatti, sin dal Medioevo, area privilegiata di scambio tra i commercianti piacentini (che offrivano principalmente cereali) e quelli genovesi (che portavano l'olio d'oliva). Quest'asse commerciale Piacenza - Genova sin dal 1300 era denominato appunto "Via del Pane" per i liguri, "Via dell'Olio" per i piacentini. Nel 1441 Filippo Maria Visconti concesse il riconoscimento della cosiddetta "Magnifica Università di Val Nure" ovvero un'istituzione comunitaria delle popolazioni vallive, con parziale autonomia da Milano, privilegi fiscali e propri magistrati. L'istituto della Magnifica Università, comprendente 38 Comuni, sopravvisse sino all'epoca napoleonica anche se fu per secoli minacciato dai Nicelli che, grazie ai loro ampi possedimenti nella zona, miravano all'esercizio di un potere ancora prettamente feudale. Nel 1496 la notizia dell'apparizione della Madonna ad una pastorella presso una quercia nei dintorni di Bettola determinò la nascita di un vastissimo e sentito culto popolare: sul colle della visione vennero fondati una chiesa ed un convento francescano. Soppressa l'istituzione religiosa in epoca napoleonica il santuario rovinò rapidamente assieme al convento, adibito per un breve periodo a carcere. Solo nel 1954 venne costruita una nuova cappella sul luogo dell'apparizione, vicino a quel che resta del convento. La quercia e la statua mariana oggetto di culto sono oggi conservate nel nuovo Santuario della Madonna della Quercia costruito nella piazza principale di Bettola. La famiglia Nicelli, durante i secoli XV e XVI, estese i propri possedimenti anche su buona parte del territorio di Bettola: numerosi sono i castelli che i Nicelli rilevarono nella zona oppure edificarono ex novo per difendere i propri interessi. Gli edifici fortificati dei dintorni di Bettola sono spesso attinenti alla tipologia della "casa-torre". Abbiamo a che fare con robusti edifici in pietra, realizzati in maniera estremamente austera con le limitate tecniche costruttive della montagna, che nulla o quasi concedono alla decorazione ed alla rappresentanza, ma che nella loro essenzialità testimoniano il rapporto con l'architettura tipica dei borghi rurali e rappresentano la fase storica in cui queste vallate erano dominati dai "signori della montagna", primi fra i quali erano gli stessi Nicelli. Le continue feroci lotte tra i Nicelli e la famiglia dei Camia convinsero, attorno al 1540, papa Paolo III Farnese ad intervenire per riportare ordine nella zona. Si deve a questo fatto la costruzione della cosiddetta "Torre Farnese", fortilizio edificato nei pressi di Bettola sede degli inviati pontifici, simbolo di un potere centrale che veniva a cancellare le residue ambizioni feudali. La Torre fu presto bruciata dai Nicelli medesimi, approfittando della congiura che soppresse a Piacenza il duca Pier Luigi Farnese; Ottavio Farnese ne ordinò la ricostruzione nel 1562. L'istituzione del Comune di Bettola avvenne alla fine del Settecento nell'ambito della napoleonica Repubblica Cisalpina. Nel 1932 Bettola venne collegata a Piacenza da una linea ferroviaria che toccava tutti i centri della bassa e media vallata; questa ferrovia elettrica (la "littorina") sostituì il cosiddetto "tramway", che prestava servizio sin dalla fine dell'Ottocento sulla strada di Val Nure, e venne soppressa nel 1967. (tratto dal sito del comune di Bettola)



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