Le prime testimonianze relative alle sue origini risalgono al VII secolo. Storicamente il paese è feudo della famiglia Arcelli prima, e dei Dal Verme poi, i quali fecero costruire la Rocca che si erge oggi nel centro dell’abitato. Essa fu utilizzata come abitazione privata dai Dal Verme, e successivamente, passata ad altri proprietari, divenne sede di una preziosa pinacoteca che raccoglieva preziosi quadri, andati però dispersi verso la metà del 1800.
Attualmente la Rocca è sede del Municipio Comunale.
La zona sud-orientale del paese, che accoglieva un tempo le antiche scuderie, vede la bella piazza con edifici e portici, zona di ritrovo del paese.
Le colline circostanti sono ricche di ottimi vigneti dai quali si ricava l’apprezzato bianco della Val Tidone, vino D.o.c. tra i più pregiati del piacentino.
Molto bella, ricca di boschi e di storia è la zona che sale verso il Monte Aldone, dove a quota 570 metri, si incontra la Rocca d’Olgisio con il massiccio torrione.
Il maniero è molto interessante per la complessità dell’architettura e della distribuzione degli spazi che si susseguono. L’insieme risulta molto suggestivo poiché paragonato ad un percorso che di livello in livello giunge fino al cuore del complesso. Si accede alla costruzione attraverso una lunga e stretta strada immersa nel bosco posta lungo il lato settentrionale; questa accompagna fino al primo portale in pietra affiancato da due colonne in stile rustico al di sopra delle quali cinque beccatelli in pietra sorreggono un parapetto in mattoni. Attraversato il portone ci si ritrova all’interno della seconda delle tre cerchia di mura che circondano la Rocca.
Percorrendo poi una strada tangente al fossato, sulla sinistra si scorgono una serie di edifici attualmente adibiti ad abitazioni. A pochi metri si arriva poi alla seconda porta d’ingresso con portale a tutto sesto e una cornice di bugnato; sopra, un affresco sbiadito rappresenta un santo, mentre sui lati vi sono feritoie ove passano i cavi del ponte.
Sul fianco dei piedritti della porta risaltano due troniere per la difesa dell’accesso; sullo stipite interno è scolpito il motto ARX IMPAVIDA. Passati sotto la torre d’ingresso si giunge in un vasto giardino che sulla sinistra ospita un pozzo di 50 mt. di profondità, dove secondo la tradizione, esisterebbe a metà canna un cunicolo che porta al di fuori della Rocca. Sulla destra un’altra serie di abitazioni precedute da un terrazzo sopraelevato.
Attraverso una scala si sale verso il terzo ingresso che racchiude il fulcro del complesso con l’antica abitazione signorile. Oltrepassando una porta si arriva a un piccolo cortile a sinistra del quale si accede all’oratorio. A destra si accede ad una serie di sale coperte da volte a vela al pianterreno con loggette a più piani con colonnine doriche.
Di fronte, il quarto ed ultimo ingresso costituito da una piccola porta sormontata da un passaggio aereo sorretto da mensoline.
Percorrendo una scala interna settecentesca, si giunge ad un altro loggiato cinquecentesco sorretto da colonne e capitelli. Sulle pareti del salone numerosi affreschi raffiguranti le imprese del Cardinale Jacopo Dal Verme.
All’esterno un susseguirsi di grotte che si riferiscono ad avvenimenti sacri e leggendari: le Grotte del Cipresso, delle sante e dei Coscritti.
Infine nelle vicinanze meritano una visita anche la piccola Valle del Chiarone con i borghi di Case Gazzola, Azzano, Roccapulzana, Chiarone ed Arcello che custodisce vestigia dell’antico castello distrutto dal Barbarossa nel 1163.
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